Citando una nota e demenziale canzone: "in questa giungla di cemento a vivere come si fa? Troppi problemi inutili, troppe preoccupazioni, è meglio stare sugli alberi e mettersi a penzoloni".
Oggi come oggi (ma anche ieri come ieri, e cioè da quando l'uomo non ha più dovuto preoccuparsi esclusivamente del cibo) in occidente, per quanti motivi futili soffriamo e ci arrabbiamo e gridiamo e piangiamo e ci viene l'ansia..? Perchè? Perchè tutto questo tumulto di emozioni sprecato per un nonnulla? Il progresso (il vero progresso) è quella cosa che ci dovrebbe aiutare ad avere meno pensieri per la testa e più tempo dedicato a vivere; in questa accezione si può dire che il progresso non sia mai esistito. Il "progresso" che noi tutti conosciamo è quel fenomeno che sostituisce ad alcuni problemi altri di diversa natura. Invece di essere utile alla nostra felicità in quanto aiuta a curare malattie, ad alleviare le nostre fatiche nella ricerca del cibo, dell'acqua, di un rifugio, di calore ecc. questo pseudo-progresso sostituisce i nostri bisogni primari con illusorie necessità. Tanto quanto nel passato soffrivamo per la fame, oggi soffriamo di una fame che non può essere lenita, di una voglia che non può essere soddisfatta perchè abbiamo sempre bisogno di altro.
Più ci affatichiamo per comprare una macchina, una televisione, un cellulare, maggiore diventa il nostro bisogno di un'altra macchina più potente, di una televisione più grande e più piatta, di un cellulare che non serva solo per telefonare ma che possa anche far le foto, collegarsi a internet e che magari ci faccia anche un buon caffè!
Ma a che cosa serve tutto ciò? Perchè senza esserne consapevoli diventiamo di giorno in giorno sempre più insaziabili e quindi sempre più tristi? Abbattantuono nel film "Mediterraneo" diceva saggiamente: "chi vive sperando muore cagando" (forse un po' scurrile ma senz'altro di grande effetto).
Con questo non mi si fraintenda: io personalmente credo nei sogni e sono piena di speranze per il futuro ma nonostante questo vivo il presente giorno per giorno, attimo per attimo e soprattutto cerco di non perdermi dietro a futilità, a cose che sviano dalla vera realizzazione e dalla felicità dell'animo. Per intenderci, non mi sento di fare la parte del guru indiano completamente staccato dai beni materiali che vive soltanto d'aria; adoro godermi un buon pasto o riuscire a comprarmi un paio di pantaloni che mi stia bene (ihihi). La differenza sta nello spirito con cui si usufruisce di questi piaceri effimeri: essi non sono il fine perchè invece di dare soddisfazione essi creano un vuoto ancora maggiore e quindi una sorta di dipendenza per cui si compra per placare un attimo l'insoddisfazione e passata la gioia del primo momento si guarda già ad una nuova preda, ma sono uno svago dettato dalla condizione di essere un individuo inserito nella società occidentale, che può criticare quanto vuole ma deve riconoscere il fatto che ognuno è figlio del suo tempo (in qualche modo). Se vedo una penna con su un cagnolino so bene che non scriverà meglio della classica bic e che non sarà quella a darmi la felicità eterna, però se casualmente dovessi avere 50 cent in tasca che molto probabilmente nel giro di breve andrebbero persi mi chiedo: perchè non prenderla? Vi assicuro che mi basta una cosa così piccola per darmi gioia e come minimo (chiedetelo a chi mi conosce) a ogni persona più o meno nota mostrerò la mia penna (sì lo so sono ancora una bambina).
Eppure sta proprio in questo il "segreto della vita": non perdere mai la capacità di stupirsi e di gioire. Per chi non avesse capito la mia filosofia non è chi si accontenta gode, anzi è molto ambiziosa per quanto riguarda i sogni nel cassetto (ma questo non toglie, giusto per ribadire, che io sia convinta che le piccole cose possano dare un pizzico di sana gioia in più). E se proprio volete saperlo vi dirò di più: i sogni che ho non sono destinati a rimanere nel cassetto perchè nulla è impossibile, basta volerlo.
Non dobbiamo pensare per forza che la nostra vita sia già segnata prima ancora di nascere e che per forza tutti noi saremo obbligati a cercare un lavoro, comprare una casa, mettere su famiglia nl senso classico del termine... Bisogna essere liberi di scegliere ciò che è più giusto per ciascuno!
Basta essere così timorosi nel rischiare per paura di perdere tutto, ma tutto cosa? Un lavoro che non piace o una casa fatiscente è un motivo abbastanza buono per rinunciare a credere nei nostri sogni? Siamo esseri vili noi umani che per paura di perdere qualcosa di cui in realtà non ce ne frega niente siamo disposti a rinunciare ai sogni! La vita è una sola e il treno non passa due volte: solo questa è una realtà ineluttabile, solo alla morte non si può rimediare.
Dovremmo vivere un po' più consapevoli e timorosi (non nel senso di aver paura) della morte e ridare il giusto peso alle cose. Lei, sì proprio lei signore che mi guarda con tanto d'occhi: la sua stupida macchina si può ricomprare ma se dovesse morire oggi non potrebbe più dire a sua moglie quanto le dispiace di averla mandata a fanculo stamattina!
E' giunta l'ora di svegliarsi signori e signore; la morte quando arriva arriva e la vita non avvisa tutti i giorni che il tempo scorre e che a furia di buttarlo via non ve ne rimarrà in mano se non un mucchietto di oggetti che quando veramente dovrete lasciarli (perchè vi ricordo che di là non si possono portare bagagli e che, per chi crede, davanti al sommo siamo tutti uguali, anche lei signor politico potente in terra sputa-bugie) vi accorgerete che non ve ne fregherà nulla ma penserete solo ai posti che non avete visitato, alle esperienze che non avete fatto, alle persone a cui avete voluto bene ma che per paura o per abitudine avete lasciato andare via se non avrete vissuto ma solo vegetato...
Vivi la vita come se fosse l'ultimo giorno e ogni giorno svegliati alla mattina dicendoti: "Buongiorno, questo è il primo giorno del resto della tua vita"
P.s. (a scanso di equivoci): la nostra libertà è infinita ma ha un limite; questo limite si chiama "gli altri"; io posso fare ciò che voglio basta che esercitando la mia libertà non finisca per limitare la libertà altrui. Per chi pensa che questo sia un limite inaccettabile suggerisco di andare a starsene da solo ma lo avverto che presto preferirà questo "limite" alla solitudine perchè l'essere umano è un animale sociale.
Siate liberi di fare ciò che volete ma non dimenticate cos'è la vera libertà.
Un tale un giorno disse: "Ama il tuo prossimo e fa ciò che vuoi" e credo che sia opportuno ricordare per quanti finora han letto sin qui scandalizzati (anche per la lettera minuscola affibiata al sommo) che queste parole le disse S. Agostino e forse tutti questi signori dovrebbero ricordarselo ogni tanto invece di gridare e sbraitare sempre e solo sul sesso: iniziate a ragionare col cuore e col cervello invece che sempre e solo dalla intola in giù!
Se qualche frase dovesse risultare ridondante è solo perchè volevo essere ben sicura che il mio pensiero non venisse frainteso o classificato in una o nell'altra ideologia.
Ithilden86
CAFFEPENSIERO: LAVORI IN CORSO??
venerdì 9 febbraio 2007
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