CAFFEPENSIERO: LAVORI IN CORSO??

CAFFEPENSIERO: LAVORI IN CORSO??
Stiamo cercando di uscire con il N.1....

lunedì 29 gennaio 2007

Mattanza cetacea e contromisure

Da Repubblica.it
"

All'apertura della stagione di caccia ai cetacei, gli ambientalisti adottano proteste più radicali
In Giappone oltre a Greenpeace scende in campo l'ala dura, rappresentata da Sea Sheperd

Cannoni al cioccolato e apriscatole giganti
lotta creativa alle baleniere giapponesi

Offerta una taglia di 25.000 euro a chi fornirà le coordinate
della flotta nipponica impegnata nella mattanza


Cannoni al cioccolato e apriscatole giganti
lotta creativa alle baleniere giapponesi
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Esperanza, la nave ammiraglia di Greenpeace

TOKYO - Cannoni caricati con una miscela esplosiva di cioccolato e crema, sparata a botte da 150 litri alla volta. E una gigantesca lama apriscatole per speronare e bloccare le baleniere. Gli ambientalisti in Giappone sono scesi in campo armati di creatività per difendere i cetacei alla riapertura della stagione della caccia nei mari antartici, in cui una flotta giapponese si prepara ad uccidere circa 1000 balene per fini cosiddetti 'scientifici'.

A fianco della classica Greenpeace, con la sua ammiraglia Esperanza e una nave di appoggio, che si concentrerà in azioni di contrasto non violente e nella loro documentazione e diffusione, si sono mobilitati anche gli attivisti radicali della Sea Shepherd, nata da una costola di Greenpeace, che hanno preparato una campagna ben più aggressiva, attirandosi anche accuse di pirateria da parte dei giapponesi.

Sulla nave ammiraglia Farley Mowatt, che rappresenta la nuova associazione ambientalista, campeggia un gigantesco apriscatole, un ariete idraulico di acciaio, con una lama della forza di un bulldozer, montato a livello del ponte. Deve danneggiare le baleniere e fermarle, senza però metterle in pericolo.

Gli ambientalisti radicali hanno anche offerto una taglia di 25.000 euro a chi fornirà le coordinate della flotta di baleniere giapponesi. La Farley Mowatt, che dovrebbe raggiungere le navi giapponesi fra circa una settimana, gira però senza bandiera, dopo che la sua registrazione in Belize è andata persa. Una mancanza subito sfruttata dall'associazione baleniera giapponese, che la accusa di essere una nave pirata esposta ai rigori della legge internazionale, che rischia il sequestro e l'arresto dell'equipaggio.

Per nulla intimidito il suo comandante, Paul Watson, presidente della Sea Shepherd, in partenza da Hobart in Tasmania, ha annunciato che la Farley Mowatt sarà affiancata nella sua missione anche dalla Robert Hunter, in arrivo dal Sudamerica, una nave veloce di 1000 tonnellate, un tempo appartenente alla guardia costiera Usa, capace di raggiungere i 17 nodi e di tenere il passo con le baleniere giapponesi.

Per respingere i tentativi di abbordaggio la Farley Mowatt può contare anche su una squadriglia di piccoli aerei radiocomandati, con apertura alare di due metri, e di cannoni in grado di sparare una miscela di cioccolato e crema. Gli ambientalisti radicali assicurano di non voler causare alcun danno alle persone, ma il loro obiettivo è quello di costringere le baleniere a fare marcia indietro e a rientrare in porto, lasciando in pace i cetacei.

La nave di Greenpeace, invece, è salpata da Auckland, in Nuova Zelanda, ed è nuovamente in navigazione nel mar Antartico per contrastare le baleniere. A bordo dell'Esperanza, per il secondo anno consecutivo, è imbarcata anche l'attivista italiana Caterina Nitto. Milanese, skipper di professione, è stata impegnata nella passata spedizione alla guida dei gommoni sotto i
getti degli idranti delle baleniere giapponesi.

Quest'anno Greenpeace vuole coinvolgere più persone possibile in questa battaglia. Ognuno può diventare "Ocean Defender" attraverso il sito http://oceans.greenpeace.org/it/ o ancora si può partecipare ad un concorso d'idee internazionale per trovare nuovi metodi per salvare le balene:
http://whales.greenpeace.org/it.

La caccia commerciale alle balene è proibita su scala mondiale dal 1986 e gran parte dell'Oceano meridionale è designata santuario internazionale delle balene. Ma il Giappone, che guida la lobby dei paesi che vogliono rendere nuovamente legale la pratica, ha eluso finora il divieto, sostenendo di cacciare una quota di esemplari a "fini scientifici", anche se le balene vengono macellate in una grande nave mattatoio e la carne, altamente pregiata in Giappone, finisce nei mercati e nei ristoranti."
dtb

Nuovo disastro ecolgico a largo delle coste spagnole

Da http://www.greenpeace.org/espana/

Algeciras España

Buque frigorífico Sierra Nava varado en la Playa Getares (Algeciras)


Per Greenpeace i km inquinati di già sarebbero 4, per le autorità marine spagnole solo 1.
Il pianeta su cui viviamo sta diventando comunque sempre più un'enorme discarica e noi ci crogioliamo nei nostri rifiuti.




dtb

domenica 28 gennaio 2007

Guardistallo

Non vogliatemi male se l'ho presa da http://antifa-milano.noblogs.org/ ma l'ho trovata interessante.

"La poesia che segue è stata scritta da Alessandro, un ragazzino di 13 anni, subito dopo la visita scolastica ad un cippo in memoria di una strage commessa dai nazifascisti a Guardistallo, provincia di Livorno.

tratto da: http://socioweb.blogspot.com/

Guardistallo

Un'aria fresca
un'aria dolce
è quella
che ci accoglie
noi...
ragazzi "nuovi"
non conosciamo
il peso
del ricordo:
un fatto che giace sempre
nel....
cuore di un paese
colpito
trafitto
dall'orrore del nazismo
Il paese
adesso calmo
tranquillo
ma...
come il mare dopo la tempesta
ancora freme e lotta
così
il paese
ha dentro di sé
ancora
sofferenza e tristezza
ancora ricorda...

Alessandro (anni 13)"
dtb

sabato 27 gennaio 2007

Fracamente non ho in mente un titolo per un simile post. Primo perchè la disponibilità di titoli potrebbe essere infinita, secondo perchè credo che nessuno sarebbe abbastanza significativo.

Attualmente mi sembra di assistere ad uno svuotamento di quella che viene definita memoria di educazione.
Questo tipo di memoria altro non è che il patrimonio storico, culturale,... di una società. Ogni volta che viene pensato, creato, detto,...qualcosa, questo qualcosa va ad accrescere questa memoria collettiva. Essa non smette mai di crescere dunque e anzi si rafforza sempre più quando viene accresciuta poichè il nostro presente lo costruiamo sulle basi di questa memoria di educazione.
Oggigiorno però il sistema che ci circonda tende a distruggere questa memoria creando esclusivamente nuove "basi patrimoniali" precarie. Per ovviare a queste operazioni, si infierisce allora imponendo degli elementi che si ritengono utili alla stabilizzazione di questa memoria.
Lo abbiamo visto in questi ultimi giorni con la definizione del negazionismo come reato. Tutto ciò, però, non contribuisce di certo al mantenimento vivo dell'interesse per quanto è successo. Al tal proposito ho trovato interessante quanto scritto oggi Gianpasquale Santomassimo sulle pagine de "Il manifesto". Negli ultimi anni, la giornata della memoria si è sempre più trasformata in un rito, con scadenze ben precise, con corse, da parte delle amministrazioni, ai programmi più interessanti, e soprattutto copiosi, per commemorare la Shoha. Questo cammino verso l'istituzzionalizzazione (che tra i suoi frutti più marci ha visto la definizione del reato di negazionismo) non sta facendo altro che svalutare il valore commemorativo della ricorrenza, riconducendolo ad un rito festivo. Le tv mandano a random filmati sui campi di concentramento, i giornali pubblicano articoli dei deportati, le case editrici pubblicano nuove memorie dei deportati, il tutto limitatamente a questa settimana.
Quanto si impara, dunque altro non è che, in questa settimana, guai a tirar fuori revisionismi, ci dobbiamo sentire in colpa, ma dal giorno dopo finita la commemorazione, possiamo tornare alla vita quotidiana continuando a finanziare missioni di guerra, progetti per la messa a punto di armamenti, ad ingrandire basi militari,... senza doverci sentire in colpa se con le nostre armi ammazziamo gente.
Rischiamo di svalutare enormemente quanto è parte significante della nostra cultura.
Con le leggi non si istruisce un popolo. Istituzzionalizzando ricorrenze, eventi, si uccide la natura di un popolo.
Non vi sembra così? Pensate allora, a titolo dimostrativo, cosa significa oggi per la maggior parte dei giovani il Primo Maggio...è il concertone di CGIL CISL e UIL. Se non è abbastanza basta vedere gli ultimi sondaggi fatti tra i giovani sulla strage di piazza Fontana, sono raccapriccianti.

dtb

Giusto per chiarire

Credo sia importante definire cosa questo blog vuole essere, visto che il messaggio è passato esclusivamente tra noi, ristretto gruppo di redazione.
Il blog è una soluzione momentanea alla mancanza di un sito che dovrebbe essere pubblicato la prossima settimana.
Il tutto risulta alquanto sconclusionato dunque agli occhi dei più e ne siamo più che consapevoli. Però l'esigenza di raccogliere materiale interessante, da rielaborare poi o di cui discuterne nei nostri mercoledì sera, e di mettervi a conoscenza di quanto si fa, sperando anche in una vostra partecipazione, ci ha spinti nella creazione di questo sgabuzzino di idee, un'armata brancaleone di spunti, di riflessioni, di commenti, di consigli,...

venerdì 26 gennaio 2007

Mercoledì 31

Propongo di spostare l'incontro di mercoledì 31 al circolo ARCI di via Bodoni.
Suoneranno in fatti gli SMP, gruppo emergente della scena milanese.
L'appuntamento rimane comunque alle 21.30, ma direttamente lì.
L'ingresso non mi ricordo se è a pagamento o meno, di certo con la tessera ARCI si hanno meno problemi.
Aggiornerò al più presto su tale punto.
dtb.

giovedì 25 gennaio 2007

Da sciencemag.org

By Ann Gibbons
ScienceNOW Daily News
11 January 2007


New Clues From an Old Skull




New clues.
The Hofmeyr skull is
adding to our knowledge
of early human migration.

Credit: Luci Betti-Nash (inset),
Frederick Grine (main)




All living humans can trace their ancestry to Africans, who began settling the rest of the world sometime in the past 100,000 years. But precisely when the exodus took place has been a matter of sharp debate. Now, a study that provides a new date for an old skull offers fresh clues to when modern humans left Africa and where they went.

Geneticists and paleoanthropologists disagree about whether the ancestors of modern humans began to leave Africa as early as 100,000 years ago or as recently as 50,000 years ago. Although several recent genetic studies have supported a late exodus, fossil evidence has furnished few clues to the timing. Paleontologists have not found any fossils from the crucial period from the most likely source--sub-Saharan Africa.

It seems that they just had to take a closer look at a stunning skull that's been sitting on a South African museum shelf for more than 50 years. A team of international researchers led by paleoanthropologist Frederick Grine, of Stony Brook University in New York re-analyzed this skull, discovered in 1952 in a dry river bed near Hofmeyr, South Africa. Its age and identity had remained mysterious, because initial attempts to date it failed. Some researchers thought it could be less than 10,000 years old.

In this week's Science, the team reports that it used state-of-the-art optically stimulated luminescence and uranium series to pinpoint the skull's age to about 36,000 years. Although they could not use radiocarbon dating on the bone itself, the researchers dated the cementlike carbonate that coated the inside of the skull vault. Two different tests confirmed that the soil was deposited at one time, shortly after the fossil was buried.

Further analysis showed that this skull looks more like fossils of modern humans who lived in Europe and Asia about 36,000 years ago than fossils of Africans or Europeans from the past 10,000 years. That result suggests that the Hofmeyr skull is closely related to the modern humans who first swept into Europe and Asia, and that they all were the offspring of a source population in sub-Saharan Africa. The study also provides the first fossil evidence that the ancestral stock of modern humans left Africa recently. "If there was a very late migration out of Africa, you would expect Europeans at that time to look like Africans at that time," says Grine.

Two independent dating experts say the results look solid. "I do not see how the skull could possibly be older than the age of the carbonate," says Ann Wintle, an expert in luminescence dating methods at the University of Wales in Aberystwyth, U.K. Grine will soon compare the Hofmeyr skull with a soon-to-be-published contemporary skull from Romania to see if they are long-lost cousins.

Per argomenti correlati

# A ScienceNOW story on the migration of human genes
# More on human migration out of Africa

Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
chi ripete ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca o colore dei vestiti,
chi non rischia,
chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi evita una passione,
chi vuole solo nero su binaco e i puntini sulle i
piuttosto che un insieme di emozioni;
emozioni che fanno di uno sbaglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti agli errori ed ai sentimenti!
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza,
chi rinuncia ad inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
ci non trova grazia e pace in se stesso.
Lentamente muore chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare,
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre ch essere vivo richiede uno sforzo di
gran lunga
maggiore
del semplice fatto di respirare!
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di
una splendida
felicità.

Pablo Neruda

Ithilden86

rubrica recensioni

Per tutta la R&r

Per continuare la serie di proposte da discutere volevo proporre anche una rubrica di recensione di libri fatta da noi. Si può fare solo sul blog oppure inserirla anche nel giornale (se abbiamo tanti soldi per stampare, anche se dubito).
A partire dalla rubrica poi si possono aprire dei dibattiti tipo quello che si è svolto tra me e l'Eleonora (scusate l'articolo ma è più forte di me) a proposito dell'Isabella Santacroce.
Poi si potrebbe tenere un diario di viaggi tipo piccole guide informali per visitare le città e altri luoghi d'interesse (basate però solo su esperienze dirette).

Ithilden86

Quando Gulliver era un animale

Da Repubblica.it:

L'eccezionale scoperta fatta in una grotta del deserto di Nullarbor
La più grande del Pleistocene. "Specie estinte con l'arrivo dell'uomo"

Australia, un tesoro di fossili
nello zoo degli animali giganti


LEONI marsupiali, canguri alti tre metri e uccelli enormi: sono gli animali giganti che popolavano l'Australia 800mila anni fa. L'eccezionale scoperta di un tesoro di fossili nel deserto di Nullarbor ha permesso agli studiosi di ricostruire la 'megafauna' preistorica e di risalire ai motivi della sua scomparsa, avvenuta circa 50mila anni fa. I paleontologi che hanno esaminato i resti, alcuni dei quali in ottime condizioni di conservazione, sostengono infatti che sia stato l'arrivo dell'uomo, e non i cambiamenti climatici come si pensava, a causarne l'estinzione, avvenuta 20mila anni dopo la sua comparsa.

La scoperta dei fossili nelle grotte del deserto australiano, guidata dal paleontologo Gavin Prideaux e pubblicata sulla rivista "Nature", indica che mezzo milione di anni fa il clima nel sudest dell'area era simile a quello di oggi, il che dimostra che non fu il mutamento climatico a causare la progressiva scomparsa della megafauna.

Il ritrovamento, avvenuto dopo quattro anni di ricerche, rappresenta la più grande scoperta di fossili dell'era del Pleistocene (da 1,8 milioni a 10 mila anni fa) in Australia. I resti preistorici mostrano che l'area ospitava un tempo almeno 69 specie di mammiferi, uccelli e rettili, fra cui 23 differenti tipi di canguri, da quelli piccoli come gatti ai giganti di tre metri.

Secondo gli scienziati, la morte degli animali giganti risale a un periodo fra 400 mila e 800 mila anni fa. Gli esemplari si erano dovuti adattare alle condizioni aride della zona almeno 400 mila anni prima che l'uomo ne segnò la definitiva scomparsa.

Prima cosa

Le idee sono tante, forse troppe, la voglia c'è e l'entusiasmo non è da meno.
Non scendiamo coi piedi per terra o tutto andrà via alla prima ventata.
Ci vediamo mercoledì sera alle 22 al Decanter in via Castelvetro.
Chiunque voglia aggregarsi è ben accetto.
Riporto sotto quanto venuto fuori l'ultima volta:

"Per gli assenti (giustificati o meno):

Ieri sera ci siamo trovati al Decanter per iniziare a discutere sul progetto di trovarsi una sera a settimana, sulla finalità di queste serate e sulle modalità di svolgimento.
Innanzitutto abbiamo deciso di tenere come giorno fisso il MERCOLEDI' SERA; per la prossima settimana ci si trova ancora al Decanter ma poi ci sarà da discutere a proposito del luogo d'incontro.

Le proposte a questo proposito sono state:

-ogni mese cambiare locali

-mantenere una sede fissa per crearsi la nicchia

-cambiare ogni settimana locale
bisogna discuterne e capire quale soluzione può essere più congeniale al nostro scopo.

A proposito della scopo sono nate questioni perchè non era affatto chiaro quale fosse il fine ultimo di questi ritrovi.
Per questo abbiamo voluto porci un obiettivo in primo luogo astratto ed in secondo luogo porre delle basi concrete da cui partire ma anche su questo ci sarà da ridiscutere in quanto non abbiamo ancora sentito l'opinione degli assenti (Enrico sei fuffa!!)
Questo è il primo abbozzo:


Posto questo come primo obiettivo le modalità per agire sono tante:

-si possono organizzare serate a tema

-si può proporre di volta in volta un argomento da approfondire per la volta seguente

-ecc...

Però quello che è stato obiettato è che prima di lanciarci in voli pindarici, pieni di belle parole ma con poche idee chiare in testa, sarebbe meglio partire da qualcosa di concreto e cioè il giornale.
Questo ci permette di portare avanti un progetto concreto e anche di chiarirci le idee.
Per questo è stato deciso che le serate saranno così impostate:
-80% del tempo sarà dedicato a questioni inerenti al giornale (organizzazione, approfondimento argomenti degli articoli, proposte, ecc...)
-20% del tempo sarà invece dedicato alla definizione delle modalità di svolgimento dell'altro progetto (cioè: come si fa nel concreto a proporre un modello alternativo di gioventù, basato sia sul divertimento che sulla cultura? dobbiamo proporre serate pubbliche o metterci noi a discutere da ubriachi se neandertal sia nostro cugino o nostro zio? e a cosa serve ritrovarsi a discutere? cosa proponiamo di tangibile?)

A questo punto, Dario, che adora far questioni ha voluto definire bene il concetto di Redazione e di redazione; secondo lui bisognerebbe distinguere il gruppo interno di addetti ai lavori dal gruppo esterno di collaboratori fissi o saltuari. Questo è senz'altro utile ma bisogna decidere insieme se le serate devono essere:

-aperte solo alla Redazione (una sola sera al mese)

-aperte anche alla redazione

-aperte a chiunque (anche tra amici e conoscenti) sia interessato a passare una serata insieme a gente illuminata e anche un po' fulminata come noi in quanto amante anch'egli della cultura

-3 aperte solo alla R&r ed una pubblica ma organizzata (buffet e presentazione del nostro lavoro, praticamente uno spettacolo in cui la gente esterna farebbe solo da pubblico)

(so che devo solo riportare i fatti ma l'ultima soluzione proprio non mi garba quindi mi investo del diritto di veto e voto contro)

Altro problema da discutere assolutamente prima anche di iniziare a parlare del giornale è la definizione del nostro target (a chi è rivolto questo giornale? ai professori? alla gente comune? a noi stessi che scriviamo solo per sentirci superiori agli altri ragazzi che non lo fanno? a ragazzi come noi che amano la cultura ma che sono attorniati da persone erudite e prive di spessore o da gente che non sa formulare un pensiero compiuto senza grugnire due o tre volte?) e dell'impostazione del giornale (serio ed "elevato", serio ma anche satirico, serio satirico e con qualche inserto un po' più sciolto e meno pomposo, divulgativo, ecc...)

Problemi di definizione pratica sono stati:

-vogliamo aprire un blog (o un sito)? ma abbiamo già votato a favore del blog che verrà aperto nei prossimi giorni quindi non interessa gli assenti

-vogliamo fare la rubrica dei nani stupidi (Enrico+Dario) e/o dei casi umani (Eleonora) (magari solo sul blog visto che l'inchiostro costa)?

-vogliamo fare la serata di presentazione del numero 0 a fine febbraio? e un'altra magari organizzata un po' meglioa metà marzo con relativo concerto+festa e/o dibattito?

-rivedere il nome

-vogliamo fare su ogni numero (in prima pagina) un inserto col resoconto del nostro lavoro e/o con la descrizione delle serate?

-questione licenza creative commons (chiedete a Dario, non ho capito molto)

-organizzare indipendentemente da tutti i progetti delle serate con buffet di cucina etnica e regionale

-proposta spazio dedicato alla pubblicità di locali

-fare tutti un indirizzo di msn messenger per le comunicazioni in diretta

A settimana prossima!!"

Per mercoledì dovremmo avere il sito su cui si potrà cominciare a caricare un po' di materiale in arrivo e le iniziative.

dtb

Eccoci informatizzati (per il cartaceo ci vuole ancora tempo, dobbiamo anora scoprirlo)

Vedi no? Mo noi stamo a fa' bardoria:
nun ce se pensa e stamo al'osteria
ma invece stamo tutti ne la storia...
(Cesare Pascarella)


Questo giornale si vuole proporre come punto di incontro di idee e conoscenze diverse, uno stimolo per riflettere e “fare cultura” in un mondo dove spesso questa stessa cultura viene relegata a ruoli marginali o viene trattata in modo troppo superficiale. Quest'ultimo tipo di approccio è tipico di una società, come la nostra, in cui l'accettare una soluzione preconfezionata viene preferito a un'analisi più approfondita, e per questo più faticosa. Così, a nostro avviso, si rinuncia a un confronto con il mondo che ci circonda, e quindi si svaluta ciò che realmente ci rende umani: il pensiero.

I fratelli Verri e il loro piccolo circolo culturale illuminista milanese hanno illuminato una strada, la stessa che noi vorremmo intraprendere con questa pubblicazione, naturalmente consapevoli delle differenze che intercorrono tra il mondo odierno ed il loro.

Quello che infatti ci riproponiamo di fare, nel nostro piccolo, è mettere in moto le nostre menti per far nuovamente girare gli ingranaggi del nostro cervello forse da ormai troppo tempo arrugginiti, al fine di creare una nuova cultura che sia frutto di interscambio di idee diverse, in cui le conoscenze reciproche servano alla costruzione di un sapere condiviso e non elitario.

Infatti nonostante le nuove tecnologie permettano una maggior diffusione e visibilità dei contenuti, riscontriamo una grande e sempre crescente difficoltà di accesso agli strumenti primari di sviluppo culturale. Ci riferiamo a un certo tipo di libri, materiali e percorsi didattici,... forse caratterizzati da una non ampia commercializzazione, ma necessari all'approfondimento di argomenti per molti basilari: un vero e proprio patrimonio culturale negato.

I nostri sforzi mirano, per così dire, a riportare alla luce gli antichi volumi di una biblioteca a lungo proibita o dimenticata, per salvarli da un incombente oblio. Assistiamo a un generalizzato intorpidimento delle nostre menti e al lento incedere di una desertificazione intellettuale.

Per contrastare questo processo riteniamo giusto partire dal presupposto che la storia, intesa a qualsiasi livello, ha una funzione fondamentale nella vita di ognuno di noi, essendo le nostre azioni effetto di gesti precedenti e causa di future interazioni, ritenendo indispensabile partecipare in maniera attiva con le nostre capacità, conoscenze e abilità a questo flusso di idee e azioni che è la storia.

Solo così, ripristinando la memoria e avendo dunque gli strumenti per osservare il presente, possiamo incamminarci verso il futuro.

NOI

 
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