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All'apertura della stagione di caccia ai cetacei, gli ambientalisti adottano proteste più radicali
In Giappone oltre a Greenpeace scende in campo l'ala dura, rappresentata da Sea Sheperd
Cannoni al cioccolato e apriscatole giganti
lotta creativa alle baleniere giapponesi
Offerta una taglia di 25.000 euro a chi fornirà le coordinate
della flotta nipponica impegnata nella mattanza
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Esperanza, la nave ammiraglia di Greenpeace
A fianco della classica Greenpeace, con la sua ammiraglia Esperanza e una nave di appoggio, che si concentrerà in azioni di contrasto non violente e nella loro documentazione e diffusione, si sono mobilitati anche gli attivisti radicali della Sea Shepherd, nata da una costola di Greenpeace, che hanno preparato una campagna ben più aggressiva, attirandosi anche accuse di pirateria da parte dei giapponesi.
Sulla nave ammiraglia Farley Mowatt, che rappresenta la nuova associazione ambientalista, campeggia un gigantesco apriscatole, un ariete idraulico di acciaio, con una lama della forza di un bulldozer, montato a livello del ponte. Deve danneggiare le baleniere e fermarle, senza però metterle in pericolo.
Gli ambientalisti radicali hanno anche offerto una taglia di 25.000 euro a chi fornirà le coordinate della flotta di baleniere giapponesi. La Farley Mowatt, che dovrebbe raggiungere le navi giapponesi fra circa una settimana, gira però senza bandiera, dopo che la sua registrazione in Belize è andata persa. Una mancanza subito sfruttata dall'associazione baleniera giapponese, che la accusa di essere una nave pirata esposta ai rigori della legge internazionale, che rischia il sequestro e l'arresto dell'equipaggio.
Per nulla intimidito il suo comandante, Paul Watson, presidente della Sea Shepherd, in partenza da Hobart in Tasmania, ha annunciato che la Farley Mowatt sarà affiancata nella sua missione anche dalla Robert Hunter, in arrivo dal Sudamerica, una nave veloce di 1000 tonnellate, un tempo appartenente alla guardia costiera Usa, capace di raggiungere i 17 nodi e di tenere il passo con le baleniere giapponesi.
Per respingere i tentativi di abbordaggio la Farley Mowatt può contare anche su una squadriglia di piccoli aerei radiocomandati, con apertura alare di due metri, e di cannoni in grado di sparare una miscela di cioccolato e crema. Gli ambientalisti radicali assicurano di non voler causare alcun danno alle persone, ma il loro obiettivo è quello di costringere le baleniere a fare marcia indietro e a rientrare in porto, lasciando in pace i cetacei.
La nave di Greenpeace, invece, è salpata da Auckland, in Nuova Zelanda, ed è nuovamente in navigazione nel mar Antartico per contrastare le baleniere. A bordo dell'Esperanza, per il secondo anno consecutivo, è imbarcata anche l'attivista italiana Caterina Nitto. Milanese, skipper di professione, è stata impegnata nella passata spedizione alla guida dei gommoni sotto i
getti degli idranti delle baleniere giapponesi.
Quest'anno Greenpeace vuole coinvolgere più persone possibile in questa battaglia. Ognuno può diventare "Ocean Defender" attraverso il sito http://oceans.greenpeace.org/it/ o ancora si può partecipare ad un concorso d'idee internazionale per trovare nuovi metodi per salvare le balene:
http://whales.greenpeace.org/it.
La caccia commerciale alle balene è proibita su scala mondiale dal 1986 e gran parte dell'Oceano meridionale è designata santuario internazionale delle balene. Ma il Giappone, che guida la lobby dei paesi che vogliono rendere nuovamente legale la pratica, ha eluso finora il divieto, sostenendo di cacciare una quota di esemplari a "fini scientifici", anche se le balene vengono macellate in una grande nave mattatoio e la carne, altamente pregiata in Giappone, finisce nei mercati e nei ristoranti."
dtb