Per la scienza è il risultato dell'evoluzione di comportamenti animali. Un esempio?
"Consolano" i propri simili e affrontano la morte per non mettere in pericolo la specie
L'etica al tempo degli scimpanzé
"Morale eredidata dai primati"
Lo riferisce il New York Times, facendo il punto sugli ultimi studi scientifici che vedono la biologia affrontare sempre più da vicino un campo di studio, quello dell'etica, finora appannaggio esclusivo della filosofia.
Scimmie e primati adottano comportamenti di grande sensibilità ed attenzione nei confronti dei propri simili. E' stato osservato, ad esempio, che gli scimpanzè, che non sanno nuotare, affogano nel tentativo di salvare altri animali caduti in acqua. E un esperimento scientifico ha dimostrato che piuttosto che accaparrarsi del cibo tirando una catenella che contemporaneamente dava una scarica elettrica ad un altro animale, le scimmie rhesus preferiscono rimanere a digiuno per diversi giorni: esempi di comportamenti sociali indirizzati al benessere degli altri all'interno di un contesto sociale, che la scienza ritiene precursori in linea evolutiva della moralità umana.
Ad aprire la via a queste considerazioni è stato un famoso saggio di Edward O. Wilson, che nel 1975 scrisse "Sociobiology", in cui si rivendicava la "biologizzazione" dell'etica. Uno studio che ha dato il via ad una serie di elaborazioni successive. E lo scorso anno Marc Hauser, un biologo dell'evoluzione ad Harvard, nel suo "Moral minds" sosteneva che il cervello è geneticamente predisposto per l'acquisizione di regole morali.
Anche per il primatologo Frans de Waal della Emory University le radici della moralità umana possono essere rintracciate nei comportamenti delle scimmie. Se è difficile parlare di una vera e propria moralità nelle azioni dei primati, per de Waal il nostro senso etico discende direttamente da una serie di comportamenti sociali evolutisi nel tempo negli animali come conseguenza del vivere in gruppo. Senza questi "passaggi" precedenti, riscontrabili negli scimpanzè e nelle scimmie, il nostro senso etico sarebbe inspiegabile, sostiene lo scienziato.
De Waal è arrivato a queste conclusioni grazie all'osservazione diretta degli animali, iniziata negli anni '60. E ha individuato comportamenti specifici: dopo un combattimento fra scimpanzè, ad esempio, gli animali si affrettano a consolare quello che ha perso. Ma l'impulso alla consolazione implica un livello evoluto di empatia e di consapevolezza, che solo le scimmie antropomorfe e l'uomo sembrano avere: un precursore fondamentale per lo sviluppo di un senso morale.
In questi giorni di costrizione a casa e in futuro di stampelle mi sono dato a ricerche mediatiche.
dtb
Nessun commento:
Posta un commento