Riporto qui di seguito il testo allegato al flyer che sta girando per mail
"Siamo student* dell'auletta occupata dell'Università Statale di Milano. Siamo student* che hanno deciso di condividere l’idea del progetto che ha aperto quest’aula: l’“Infoshop”, luogo virtuale e ora anche fisico, che riserva spazio a tutte le autoproduzioni frutto della cultura giovanile, in termini di musica, arte, libri, politica...
L'idea di organizzare questa jam ci è venuta dopo aver visto la presentazione del libro "BIGGER THAN HIP HOP" al centro sociale Pacì Paciana di Bergamo seguita da uno splendido live acustico degli "Assalti frontali".
Il libro ricorda che il rap ha origini sociali profonde e che non ha nulla a che vedere con tutto quello che viene mandato in loop sui canali televisivi di massa dalle grandi major musicali, le quali vedono in questa cultura più un mezzo per fabbricare soldi che altro.
Siamo convinti che “hip hop” voglia dire tutta un’altra cosa, che sia una questione di attitudine, una voglia di non essere solo semplici spettatori o comparse in un mondo di cloni ma anche una necessità di diventare partecipanti e narratori della realtà. Proprio perchè non vogliamo stare a guardare lo stupro della cultura hip hop e vogliamo ritornare alle origini del fenomeno per non dimenticarci mai che è dalla strada che nasce e nella strada che deve rimanere abbiamo deciso di creare questo momento. Una jam, la prima jam che organizziamo nella nostra vita, con tutte le difficoltà del caso, economiche, logistiche e quant'altro.
Una jam per dimostrare cosa significa “rap” per noi. Un momento di incontro in cui ognuno avrà la possibilità di esprimersi con la sua disciplina.
La organizzeremo davanti all'Università, luogo d'eccezione della cultura accademica. La abbiamo pensata in questo luogo perchè convinti che la cultura di strada non sia inferiore alla cultura universitaria e perchè ci piacerebbe incrociare quanta più gente possibile. In quanto patrimonio artistico cittadino non verranno dipinti i muri dell’Ateneo, ma abbiamo pensato di mettere a disposizione dei pannelli con cui poi allestiremo una mostra permanente in giro per l'università.
Invitiamo con cuore a partecipare a questo momento tutt* coloro che ci tengono a lavare il rap dalle mille schifezze e dai giri di soldi che ci vengono costruiti intorno.
Una cinquantina di bombolette le mettiamo noi. Il resto è solo il vostro cuore per questa forma di vita.
Durante l’intera giornata ci sarà un baretto con cocktail, birre e bibite per rinfrescarsi.
Infoshop.tk crew
BIGGER THAN HIP.HOP
In "Bigger than hip hop" l'autore U.net ricostruisce l'intero panorama del fenomeno, dalla nascita nel Bronx (New York) nella seconda metà degli anni '70 fino alle recenti evoluzioni, non prive di contraddizioni.
Ad esempio, perché l'industria discografica ne ha enfatizzato solamente i tratti più superficiali e violenti? Prima di tutto per assecondare il mercato, visto che il successo planetario del genere è arrivato a metà degli anni '90, con il cosiddetto gangsta rap. E poi perché la cultura mainstream ha preferito esaltare le figure del rapper killer e della donna-oggetto, a scapito dei valori originari che potevano portare a una vera emancipazione sociale.
La storia e la poetica dell'hip hop diventano, così, una "lente di ingrandimento" per leggere le trasformazioni dell'America negli ultimi tre decenni: lo smantellamento dello stato sociale, l'aumento vertiginoso della disoccupazione, l'introduzione della droga nei ghetti, l'inasprimento delle leggi carcerarie. Processi che hanno determinato in modo irreversibile le condizioni di vita nei sobborghi metropolitani e che sono tutt'ora in atto nelle periferie di tutto il mondo, non solo negli USA.
Forse è proprio per questo che l'hip hop, nonostante fosse un fenomeno quasi di quartiere, si è diffuso a livello globale in pochi anni: ha rappresentato la risposta creativa della comunità nera a uno status quo imposto.
Ma, ovunque sia arrivato, ha saputo rinnovarsi in forme originali, finendo per influenzare profondamente ogni aspetto della catena comunicativa, dalla musica alla lingua, dalla moda all'arte contemporanea.
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