La regione Toscana ha concesso tre permessi alla Heritage Petroleum plc
La società può effettuare esplorazioni senza la valutazione d'impatto ambientale
Dopo Noto, allarme trivelle anche nel Chianti
Boco: "Sarebbe un errore molto grave"
ROMA - Dopo l'allarme per il Val di Noto, in parte rientrato anche grazie alla mobilitazione generale seguita all'appello dello scrittore Andrea Camilleri, un nuovo fronte 'trivellazioni' rischia di aprirsi in Toscana, nel Chianti e nella Val d'Orcia. La regione infatti, ha concesso, il 26 aprile scorso, tre permessi per effettuare "esplorazioni" e "autorizzazioni di ricerca" in tre aree del Sud della Toscana alla Heritage Petroleum plc, società con sede a Monaco specializzata nella ricerca e nell'estrazione di idrocarburi gassosi di tipo cmm (metano rilasciato dai filoni di carbone durante la sua estrazione) e cbm (metano prelevato da filoni di carbone che non devono o non saranno estratti).
Una decisione che ha suscitato la viva protesta del sottosegretario alle Politiche Agricole, Stefano Boco: "E' una follia ricercare l'oro nero sotto terra, quando l'unico grande tesoro sono il lavoro degli uomini, la bellezza paesaggistica, i valori naturali. Sarebbe un errore da pagare caro", ha detto Boco, che si è augurato che "sia possibile da parte delle autorità regionali rivedere i permessi".
Le autorizzazioni riguardano un'area complessiva di 1.553 Km quadrati, di cui una parte classificata patrimonio dell'umanità dall'Unesco, proprio come il Val di Noto, e che tocca rinomate località come San Gimignano, la Valle del Chianti, Monticchiello e la provincia di Siena.
I tre permessi prevedono la possibilità di esplorare alcuni dei paesaggi più belli d'Italia senza la necessità di una valutazione di impatto ambientale (Via) nonchè il permesso successivo di trivellare e scavare per estrarre idrocarburi, in quel caso previa riserva di Via.
(21 giugno 2007)
da repubblica.it
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